Nel 2001 l’attentato alle Torri gemelle, la guerra in Afghanistan e in Medio Oriente fanno vacillare l’equilibro internazionale. In Svizzera , a gennaio, si tiene il World Economic Forum che basa i suoi principi su una politica liberista tra èlite multinazionali, esponenti dell’economia e della finanza su questioni emergenti come il progresso economico, la salute, il cambiamento climatico ma in assoluto silenzio con le realtà locali . Come risposta, vi si contrappone, sempre a gennaio, a Porto Alegre, in Brasile, il Forum Social Mundial finanziato dal partito dei lavoratori del Brasile che aggrega centinaia di migliaia di persone, che vuole resistere all’èlite globale e combattere per l’uguaglianza e il benessere di tutti. Non trascorrono dieci mesi. Nel 2002 l’Argentina precipita in una crisi economica catastrofica, calpestata dalla dittatura neoliberista statunitense. Il peso argentino raggiunge il valore minimo sul dollaro mettendo in ginocchio il paese, le lacerazioni economiche mettono in crisi le visioni collettive. La presidentessa Kirchner in ospedale, non prende iniziative, e l’inflazione aumenta facendo toccare il tetto della povert%agrave; a metà della popolazione. Tutti soffrono ma gli sguardi parlano… sanno che l’organizzazione popolare può gridare. Centinaia di associazioni prendono forza, e con sfida riuniscono a Buenos Aires il Forum Social Mundial . Sono tre giorni di completa aggregazione, arricchito da presenze intellettuali e interventi di personaggi come il premio Nobel Adolfo Perez Esquivel, il sindaco della città brasiliana di Porto Alegre, Raul Pont, ed Evo Morales, leader contadino boliviano che nel 2001 ha sfiorato la vittoria nelle elezioni presidenziali , da me ripreso durante il comizio. Il Forum Social Mundial è sempre attivo, cerca di essere a passo coi tempi, ma ci sono difficoltà, come afferma Roberto Savio che ne è tra i fondatori, di restare in contatto con le realtà locali, e la mancanza di una politica di comunicazione si evince dai fatti… non a caso in Argentina nel 2014 si è ripresentato lo spettro del default, e il potere politico non ammette che questa ciclicità è dovuta al diniego di aprirsi ad iniziative strutturali a lungo periodo.
In 2001 the attack on the Twin Towers, the war in Afghanistan and in the Middle East shake the international balance. In Switzerland, in January, the World Economic Forum is held which bases its principles on a liberal policy between multinational elites, economics and finance exponents on emerging issues such as economic progress, health, climate change but in absolute silence with local realities. In response, again in January, in Porto Alegre, Brazil, was realized the Social Mundial Forum financed by the Brazilian Workers' Party brings together hundreds of thousands of people who wants to stand up to the global elite and fight for the equality and well-being of all. Ten months… and in 2002, Argentina plunged into a catastrophic economic crisis, trampled underfoot by the US neoliberal dictatorship. The Argentine peso reaches its minimum value against the dollar bringing the country to its knees, the economic lacerations put collective visions in crisis. President Kirchner in hospital, takes no initiative, and inflation rises, bringing half the population to the poverty line. Everyone suffers but the looks speak… they know that the popular organization can shout. Hundreds of associations gain strength, and defiantly bring together the Forum Social Mundial in Buenos Aires. They are three days of complete aggregation, enriched by intellectual attendance and speeches by personalities such as the Nobel Prize Adolfo Perez Esquivel, the mayor of the Brazilian city of Porto Alegre, Raul Pont, and Evo Morales, a Bolivian peasant leader who in 2001 came close to winning the presidential elections, which I filmed during one of the meetings. The Social Mundial Forum is always active, it tries to keep up with the times, but there are difficulties, as stated by Roberto Savio who is one of the founders, to keep in touch with the local realities, and the lack of a communication policy can be seen from the facts ... it is no coincidence that in Argentina in 2014 the specter of default reappeared, and the political power does not admit that this cyclicality is due to the refusal to open up to long-term structural initiatives.